«O Maria
Ausiliatrice, rendici fedeli alla nostra vocazione
e donaci la certezza della tua protezione
in ogni circostanza
della vita e al momento della morte».
Nella
sua bontà infinita, Dio Padre ci ha scelte fin dal grembo materno (Sal 138,
13-14; Ger 1,5) per diventare «Spose di Gesù Crocifisso e Figlie di Maria
Ausiliatrice». Questa chiamata, questa elezione, è un dono gratuito da parte di
Dio, al quale possiamo rispondere degnamente soltanto donando pienamente e
senza pentimenti noi stesse. All’amore si può rispondere solo con l’amore! E, a
pensarci bene, anche la capacità di rispondere al dono con un dono, è dono di
Dio: tutto ciò che abbiamo e che siamo, infatti, viene da Lui! Ce lo dice
chiaramente la Parola di Dio, quando, nella seconda lettera di Pietro, ci
invita a riconoscere che la potenza divina «ci ha fatto dono di ogni bene per
quanto riguarda la vita e la pietà, mediante la conoscenza di colui che ci ha
chiamati con la sua gloria e potenza» (2Pt 3-4). Proprio perché abbiamo
ricevuto questi doni, possiamo impegnarci ad «aggiungere alla fede la virtù,
alla virtù la conoscenza, alla conoscenza la temperanza, alla temperanza la
pazienza, alla pazienza la pietà, alla pietà l'amore fraterno, all'amore fraterno
la carità» (5-7) e rendere così sempre più sicura la nostra vocazione e la
nostra elezione: «se farete questo non inciamperete mai. Così infatti vi sarà
ampiamente aperto l'ingresso nel regno eterno del Signore nostro e salvatore
Gesù Cristo» (10-11).
L’atto di affidamento, raccogliendo in poche righe la sapienza di vita dei fondatori, ci suggerisce di affidare all’intercessione materna di Maria questo importante compito di maturare nella fedeltà al dono ricevuto nella vocazione. La Madonna stessa, nel sogno delle due colonne, dice a Don Bosco e ai suoi giovani: «Se voi sarete per me figli devoti, Io sarò per voi Madre Amorosa». Con queste semplici parole, Maria ci assicura che potremo sperimentare la «certezza della sua protezione in ogni circostanza della vita e in ogni momento della morte», nella misura in cui ci affideremo a lei, non soltanto a parole, ma «coi fatti e nella verità» (1Gv 3,18).
L’Icona
della Madre di Dio di Vladimir, anche detta Madonna della tenerezza, esprime efficacemente
la particolare dolcezza con cui la Madre stringe a sé il Bambino, in un abbraccio
culminante nel delicato contatto delle guance, profondo segno di unità e di
vicinanza. Maria e Gesù si affidano l’uno all’altra, abbandonandosi in
quell’abbraccio in cui ognuno dei due custodisce ed è custodito. Gesù e Maria
desiderano renderci partecipi di questo stesso amore, accoglierci nel loro
abbraccio. Ciò che richiedono da noi è la docilità alle loro sollecitazioni, il
desiderio di ascoltare e di fare momento per momento «ciò che Lui ci dirà» (Gv
2,5).
Un piccolo esercizio spirituale per crescere
in questa docilità minuto per minuto: al mattino affido in modo esplicito a
Maria gli incontri e gli impegni della giornata chiedendo la grazia di essere
guidata in ogni cosa da Lei. Alla sera, nell’esame di coscienza, mi domando:
che cosa avrebbe fatto Maria al mio posto… con quella persona… in quella
situazione…?
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