La Madonna della serpe, anche detta Madonna dei Palafrenieri, è un dipinto non molto conosciuto ma molto prezioso di Caravaggio. Fu realizzato nel 1606 e si trova ora presso la Galleria Borghese di Roma.
Caravaggio ci offre in quest'opera la sua personale interpretazione di un tema molto caro all'iconografia cattolica: Maria Immacolata che schiaccia sotto il suo piede il capo del serpente. L'intuizione geniale del grande pittore italiano, sta nell'aver rappresentato una scena altamente simbolica immergendola nella vita quotidianda della famiglia di Nazaret.
Maria è una donna vera, una donna del popolo. Il suo abito e la sua acconciatura lo rivelano. Maria è anche una donna bella. Caravaggio, provocatore per vocazione, non ne nasconde la prosperità, ovvero il casto seno che ha allattao il Figlio di Dio. Tutto ciò che è bello e buono, infatti, è dono di Dio, è amore, è grazia.
Anche il bambino Gesù è un bambino vero, non un angelo. Nella sua nudità possiamo leggere il richiamo alla sua vera identità: Egli è il Nuovo Adamo. Il suo corpo, uscito dalle mani di Dio Padre e dal grembo verginale di Maria, non ha nulla di cui vergognarsi, non si deve coprire, come fu costretto a fare il primo Adamo dopo il peccato.
Questo piccolo Uomo Nuovo è sostenuto dalla Donna Nuova, la Nuova Eva che, a differenza della prima, non si lascia affatto incantare dal serpente. Anzi, sembra quasi che Maria stia insegnando a Gesù a non aver paura, a schiacciare con decisione il capo del nemico. Eva aveva trascinato Adamo nel peccato. Maria insegna a Gesù a vincere il male con il bene. Grande mistero del farsi bambino di Dio: Lui che ha creato l'universo, ora si lascia ammaestrare da un donna... Prorpio Maria ha educato il Salvatore del Mondo!
La luce, che nei dipinti di Caravaggio rappresenta sempre l'irrompere della Grazia divina, entra a illuminare i personaggi da sinistra, facendo risplendere di particolare fulgore il loro incarnato chiaro. C'è un combattimento contro il male che fa parte della vita quotidiana, che si gioca nelle stanze della nostra casa, che ci coinvolge insieme ai nostri cari. Ma, in questo combattimento, la Grazia di Dio non ci abbandona! Al contrario, con la sua luce ci guida, ci aiuta a non cadere nelle trame del nemico, fa in modo che i suoi tranelli vengano alla luce. E se restiamo in questa luce, anche noi diventiamo luminosi, impariamo a non scendere a patti col nemico e questo ci rende davvero liberi: figli amati di Dio, che non devono più vergognarsi di nulla!
Dalla parte destra del quadro sta Sant'Anna, la madre di Maria. Ella osserva immobile ciò che sta capitando. Anna, in questo caso, rappresenta la tradizione antica: coloro che hanno preceduto e atteso la venuta del Messia. In qualche modo, nella fede e nell'attesa, Anna ha preparato la vittoria di Maria e di Gesù sul seprente. Ma ora che il bambino è qui, il suo tempo è concluso, ella non può più fare niente per aiutare. Come Maria, così ognuno di noi, nel momento in cui la lotta è più dura, si ritrova solo con Gesù e con lo Spirito. Ognuno cioè deve farsi carico della propia parte, ognuno deve combattare la propria battaglia.
Maria, l'Immacolata, la terra vergine che ha portato frutto al cento per uno, la Nuova Eva che schiaccia il capo del serpente, ha saputo sbaragliare il nemico corrispondendo pienamente al piano di Dio su di lei. Grazie al suo sì, grazie alla sua paziente collaborazione materna all'azione della Grazia, abbiamo ricevuto Gesù, e con Lui la certezza che il serpente è sconfitto per sempre!
Sia gloria a Dio Padre, Figlio e Spirito Santo! E sia gloria a Maria Madre di Gesù e Madre nostra!
Nella loro compagnia possiamo affrontare da vincitori le piccole e grandi lotte del quotidiano e prepararci a far festa con i Santi in Cielo.
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