sabato 28 novembre 2015

Catechesi Mariane di Giovanni Paolo II: 

1. " PRESENZA DI MARIA ALL'ORIGINE DELLA CHIESA "

(Mercoledì, 6 Settembre 1995)

1. Dopo essermi soffermato nelle precedenti catechesi ad approfondire l’identità e la missione della
Chiesa, avverto ora il bisogno di volgere lo sguardo verso la Beata Vergine, Colei che ne ha
perfettamente realizzato la santità e ne costituisce il modello. E’ quanto hanno fatto gli stessi Padri
del Concilio Vaticano II: dopo aver esposto la dottrina sulla realtà storico-salvifica del Popolo di
Dio, hanno voluto completarla con l’illustrazione del ruolo di Maria nell’opera della salvezza. Il
capitolo VIII della Costituzione conciliare Lumen gentium infatti, ha lo scopo non solo di
sottolineare la valenza ecclesiologica della dottrina mariana, ma di mettere altresì in luce il
contributo che la figura della Beata Vergine offre alla comprensione del mistero della Chiesa.

2. Prima di esporre l’itinerario mariano del Concilio, desidero rivolgere uno sguardo contemplativo
a Maria, così come, all’origine della Chiesa, è descritta negli Atti degli Apostoli. Luca, all’inizio di
questo scritto neotestamentario che presenta la vita della prima comunità cristiana, dopo aver
ricordato singolarmente i nomi degli Apostoli (1,13), afferma: "Tutti questi erano assidui e concordi
nella preghiera insieme con alcune donne e con Maria, la Madre di Gesù, e con i fratelli di lui"
(1,14). In questo quadro spicca la persona di Maria, la sola che viene ricordata con il proprio nome,
oltre agli apostoli: ella rappresenta un volto della Chiesa diverso e complementare rispetto a quello
ministeriale o gerarchico.
3. La frase di Luca, infatti, riferisce la presenza, nel cenacolo, di alcune donne, manifestando così
l’importanza del contributo femminile alla vita della Chiesa, sin dai primordi. Questa presenza
viene messa in rapporto stretto con la perseveranza della comunità nella preghiera e con la
concordia. Questi tratti esprimono perfettamente due aspetti fondamentali del contributo specifico
delle donne alla vita ecclesiale. Più propensi all’attività esterna, gli uomini hanno bisogno dell’aiuto
delle donne per essere riportati alle relazioni personali e per progredire verso l’unione dei cuori.
"Benedetta fra le donne" (Lc 1,42), Maria assolve in modo eminente questa missione femminile.
Chi, meglio di Maria, favorisce in tutti i credenti la perseveranza nella preghiera? Chi promuove,
meglio di lei, la concordia e l’amore? Riconoscendo la missione pastorale affidata da Gesù agli
Undici, le donne del cenacolo, con Maria in mezzo a loro, si uniscono alla loro preghiera e
testimoniano, nello stesso tempo, la presenza nella Chiesa di persone che, pur non avendo ricevuto
quella missione, sono ugualmente membri, a pieno titolo, della comunità radunata nella fede in
Cristo.
4. La presenza di Maria nella comunità, che attende in preghiera l’effusione dello Spirito (cfr. At
1,14), evoca la parte da lei avuta nell’incarnazione del Figlio di Dio per opera dello Spirito Santo
(cfr. Lc 1,35). Il ruolo della Vergine in quella fase iniziale e il ruolo che essa svolge ora, nella
manifestazione della Chiesa a Pentecoste, sono strettamente collegati. La presenza di Maria nei
primi momenti di vita della Chiesa è posta in singolare evidenza dal confronto con la partecipazione
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assai discreta che Ella ha avuto precedentemente, durante la vita pubblica di Gesù. Quando il Figlio
inizia la sua missione, Maria resta a Nazaret, anche se tale separazione non esclude contatti
significativi, come a Cana, e, soprattutto, non le impedisce di partecipare al sacrificio del Calvario.
Nella prima comunità, invece, il ruolo di Maria assume notevole rilevanza. Dopo l’Ascensione ed in
attesa della Pentecoste, la Madre di Gesù è presente personalmente ai primi passi dell’opera avviata
dal Figlio.
5. Gli Atti degli Apostoli, sottolineano che Maria si trovava nel Cenacolo "con i fratelli di Gesù"
(At 1,14), cioè con i suoi parenti, come ha sempre interpretato la tradizione ecclesiale: non si tratta
tanto di un raduno di famiglia, quanto del fatto che, sotto la guida di Maria, la famiglia naturale di
Gesù è venuta a far parte della famiglia spirituale del Cristo: "Chi compie la volontà di Dio, - aveva
detto Gesù - costui è mio fratello, sorella e madre" (Mc 3,34). Nella medesima circostanza Luca
qualifica esplicitamente Maria come "la Madre di Gesù" (At 1,14), quasi a voler suggerire che
qualcosa della presenza del Figlio asceso al cielo rimane nella presenza della madre. Ella ricorda ai
discepoli il volto di Gesù ed è, con la sua presenza in mezzo alla Comunità, il segno della fedeltà
della Chiesa a Cristo Signore. Il titolo di "Madre", in questo contesto, annuncia l’atteggiamento di
premurosa vicinanza con cui la Vergine seguirà la vita della Chiesa. Ad essa Maria aprirà il suo
cuore per manifestare le meraviglie operate in lei da Dio onnipotente e misericordioso. Sin
dall’inizio Maria esercita il suo ruolo di "Madre della Chiesa": la sua azione favorisce l’intesa fra
gli Apostoli che Luca presenta "concordi" e molto lontani dalle dispute che talvolta erano sorte tra
loro. Maria esercita, infine, la sua maternità verso la comunità dei credenti, non solo pregando per
ottenere alla Chiesa i doni dello Spirito Santo, necessari per la sua formazione ed il suo futuro, ma
educando, altresì, i discepoli del Signore alla costante comunione con Dio. Ella si rende così
educatrice del popolo cristiano alla preghiera, all’incontro con Dio, elemento centrale e
indispensabile perché l’opera dei Pastori e dei fedeli abbia sempre nel Signore il suo inizio e la sua
motivazione profonda.
6. Da queste brevi considerazioni emerge chiaramente come il rapporto tra Maria e la Chiesa
costituisca un confronto affascinante tra due madri. Esso ci rivela chiaramente la missione materna
di Maria e impegna la Chiesa a cercare sempre la sua vera identità nella contemplazione del volto
della Theotokos.

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