sabato 25 giugno 2016

Catechesi mariane di Giovanni Paolo II

25. "COLEI CHE HA CREDUTO "

Mercoledì, 3 luglio 1996

1. Nel racconto evangelico della Visitazione, Elisabetta "piena di Spirito Santo", accogliendo in
casa Maria, esclama: "Beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore" (Lc
1,45). Questa beatitudine, la prima riferita dal Vangelo di Luca, presenta Maria come colei che con
la sua fede precede la Chiesa nella realizzazione dello spirito delle beatitudini. L’elogio tessuto da
Elisabetta alla fede di Maria è rafforzato dal confronto con l’annuncio dell’angelo a Zaccaria. Una
lettura superficiale delle due annunciazioni potrebbe considerare simili le risposte di Zaccaria e di
Maria al messaggero divino: "Come posso conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è
avanzata negli anni", dice Zaccaria; e Maria: "Come avverrà questo? Non conosco uomo" (Lc
1,18.34). Ma la profonda differenza tra le disposizioni intime dei protagonisti delle due vicende
emerge dalle parole stesse dell’angelo, che rivolge a Zaccaria un rimprovero per la sua incredulità,
mentre offre immediatamente una risposta alla domanda di Maria. A differenza dello sposo di
Elisabetta, Maria aderisce pienamente al progetto divino, non subordinando il suo consenso alla
concessione di un segno visibile. All’angelo che le propone di diventare madre, Maria fa presente il
suo proposito di verginità. Ella, credendo nella possibilità del compimento dell’annuncio, interpella
il messaggero divino solo sulle modalità della sua realizzazione, per meglio adempiere la volontà di
Dio, alla quale intende aderire ed affidarsi con totale disponibilità. "Cercò il modo, non dubitò
dell’onnipotenza di Dio", commenta sant’Agostino (Sermo 291).
2. Anche il contesto in cui si realizzano le due annunciazioni contribuisce ad esaltare l’eccellenza
della fede di Maria. Nel racconto di Luca cogliamo la situazione più favorevole di Zaccaria e la
inadeguatezza della sua risposta. Egli riceve l’annuncio dell’angelo nel tempio di Gerusalemme,
all’altare davanti al "Santo dei Santi" (cf. Es 30,6-8); l’angelo gli si rivolge mentre offre l’incenso,
durante quindi il compimento della sua funzione sacerdotale, in un momento saliente della sua vita;
la decisione divina gli viene comunicata durante una visione. Queste particolari circostanze
favoriscono una più facile comprensione dell’autenticità divina del messaggio e costituiscono un
motivo d’incoraggiamento ad accoglierlo prontamente. L’annuncio a Maria avviene, invece, in un
contesto più semplice e feriale, senza gli elementi esterni di sacralità che accompagnano quello fatto
a Zaccaria. Luca non indica il luogo preciso in cui avviene l’Annunciazione della nascita del
Signore: riferisce solo che Maria si trovava a Nazaret, villaggio poco importante, che non appare
predestinato all’evento. Inoltre, l’evangelista non attribuisce singolare rilevanza al momento in cui
l’angelo si rende presente, non precisandone le circostanze storiche. Nel contatto con il messaggero
celeste l’attenzione verte sul contenuto delle sue parole, che esigono da Maria un ascolto intenso e
una fede pura. Quest’ultima considerazione ci permette di apprezzare la grandezza della fede in
Maria, soprattutto se confrontata con la tendenza a chiedere con insistenza, ieri come oggi, segni
sensibili per credere. L’assenso della Vergine alla Volontà divina è motivato, invece, solo dal suo
amore per Dio.
3. A Maria è proposto di aderire ad una verità molto più alta di quella annunciata a Zaccaria. Questi
è invitato a credere in una nascita meravigliosa che si realizzerà all’interno di un’unione
matrimoniale sterile, che Dio vuole rendere feconda: intervento divino analogo a quelli di cui
avevano beneficiato alcune donne dell’Antico Testamento: Sara (Gen 17,15-21; 18,10-14), Rachele
(Gen 30,22), la madre di Sansone (Gdc 13,1-7), Anna, madre di Samuele (1Sam 1,11-20).In tali
episodi viene sottolineata soprattutto la gratuità del dono di Dio. Maria è chiamata a credere in una
maternità verginale, di cui l’Antico Testamento non ricorda nessun precedente. In realtà il noto
oracolo di Isaia: "Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele" (Is
7,14), pur non escludendo tale prospettiva, è stato esplicitamente interpretato in questo senso
soltanto dopo la venuta di Cristo, e alla luce della rivelazione evangelica. A Maria è richiesto di
aderire ad una verità mai enunciata nel tempo precedente. Ella l’accoglie con animo semplice e
audace. Con la domanda: "Come avverrà questo?" esprime la fede nel potere divino di conciliare la
verginità con la sua eccezionale ed unica maternità. Rispondendo: "Lo Spirito Santo scenderà su di
te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo" (Lc 1,35), l’angelo offre l’ineffabile
soluzione di Dio all’interrogativo posto da Maria. La verginità, che sembrava un ostacolo, diviene il
contesto concreto nel quale lo Spirito Santo opererà in lei il concepimento del Figlio di Dio
incarnato. La risposta angelica apre la via alla cooperazione della Vergine con lo Spirito Santo nella
generazione di Gesù.
4. Nella realizzazione del disegno divino si attua la libera collaborazione della persona umana.
Maria, credendo alla Parola del Signore, coopera all’adempimento della maternità annunciata. I
Padri della Chiesa sottolineano spesso questo aspetto del concepimento verginale di Gesù.
Soprattutto sant’Agostino, commentando il Vangelo dell’Annunciazione, afferma: "L’angelo
annunzia, la Vergine ascolta, crede e concepisce" (Sermo 13 in Nat. Dom.). Ed ancora: "Il Cristo è
creduto e concepito mediante la fede. Prima si verifica la venuta della fede nel cuore della Vergine,
e in seguito viene la fecondità nel seno della Madre" (Sermo 293). L’atto di fede di Maria ricorda la
fede di Abramo, che ai primordi dell’Antica Alleanza ha creduto in Dio, divenendo così capostipite
di una posterità numerosa (cf. Gen 15,6; Redemptoris Mater, 14). All’inizio della Nuova Alleanza
anche Maria con la sua fede esercita un influsso decisivo sul compimento del mistero
dell’Incarnazione, inizio e compendio di tutta la missione redentrice di Gesù. Lo stretto rapporto tra
fede e salvezza, posto in risalto da Gesù nella sua vita pubblica (cf. Mc 5,34; 10,52; ecc.), aiuta a
comprendere anche il fondamentale ruolo che la fede di Maria ha esercitato e continua ad esercitare
nei confronti della salvezza del genere umano.

Nessun commento:

Posta un commento