sabato 23 aprile 2016

Affidamento 7. Donaci la certezza della tua protezione


«O Maria Ausiliatrice, rendici fedeli alla nostra vocazione
e donaci la certezza della tua protezione
in ogni circostanza della vita e al momento della morte».



Nella sua bontà infinita, Dio Padre ci ha scelte fin dal grembo materno (Sal 138, 13-14; Ger 1,5) per diventare «Spose di Gesù Crocifisso e Figlie di Maria Ausiliatrice». Questa chiamata, questa elezione, è un dono gratuito da parte di Dio, al quale possiamo rispondere degnamente soltanto donando pienamente e senza pentimenti noi stesse. All’amore si può rispondere solo con l’amore! E, a pensarci bene, anche la capacità di rispondere al dono con un dono, è dono di Dio: tutto ciò che abbiamo e che siamo, infatti, viene da Lui! Ce lo dice chiaramente la Parola di Dio, quando, nella seconda lettera di Pietro, ci invita a riconoscere che la potenza divina «ci ha fatto dono di ogni bene per quanto riguarda la vita e la pietà, mediante la conoscenza di colui che ci ha chiamati con la sua gloria e potenza» (2Pt 3-4). Proprio perché abbiamo ricevuto questi doni, possiamo impegnarci ad «aggiungere alla fede la virtù, alla virtù la conoscenza, alla conoscenza la temperanza, alla temperanza la pazienza, alla pazienza la pietà, alla pietà l'amore fraterno, all'amore fraterno la carità» (5-7) e rendere così sempre più sicura la nostra vocazione e la nostra elezione: «se farete questo non inciamperete mai. Così infatti vi sarà ampiamente aperto l'ingresso nel regno eterno del Signore nostro e salvatore Gesù Cristo» (10-11).

L’atto di affidamento, raccogliendo in poche righe la sapienza di vita dei fondatori, ci suggerisce di affidare all’intercessione materna di Maria questo importante compito di maturare nella fedeltà al dono ricevuto nella vocazione. La Madonna stessa, nel sogno delle due colonne, dice a Don Bosco e ai suoi giovani: «Se voi sarete per me figli devoti, Io sarò per voi Madre Amorosa». Con queste semplici parole, Maria ci assicura che potremo sperimentare la «certezza della sua protezione in ogni circostanza della vita e in ogni momento della morte», nella misura in cui ci affideremo a lei, non soltanto a parole, ma «coi fatti e nella verità» (1Gv 3,18).
L’Icona della Madre di Dio di Vladimir, anche detta Madonna della tenerezza, esprime efficacemente la particolare dolcezza con cui la Madre stringe a sé il Bambino, in un abbraccio culminante nel delicato contatto delle guance, profondo segno di unità e di vicinanza. Maria e Gesù si affidano l’uno all’altra, abbandonandosi in quell’abbraccio in cui ognuno dei due custodisce ed è custodito. Gesù e Maria desiderano renderci partecipi di questo stesso amore, accoglierci nel loro abbraccio. Ciò che richiedono da noi è la docilità alle loro sollecitazioni, il desiderio di ascoltare e di fare momento per momento «ciò che Lui ci dirà» (Gv 2,5).

 Un piccolo esercizio spirituale per crescere in questa docilità minuto per minuto: al mattino affido in modo esplicito a Maria gli incontri e gli impegni della giornata chiedendo la grazia di essere guidata in ogni cosa da Lei. Alla sera, nell’esame di coscienza, mi domando: che cosa avrebbe fatto Maria al mio posto… con quella persona… in quella situazione…?

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