venerdì 8 aprile 2016

Catechesi mariane di Giovanni Paolo II

19. "LA NUOVA FIGLIA DI SION"

Mercoledì, 1º maggio 1996

1. Al momento dell’Annunciazione, Maria, "eccelsa figlia di Sion" (LG 55), viene salutata
dall’angelo come la rappresentante dell’umanità, chiamata a dare il proprio consenso
all’Incarnazione del Figlio di Dio. La prima parola che l’angelo le rivolge è un invito alla gioia:
chaire, cioè "rallegrati". Il termine greco è stato tradotto in latino con "Ave", una semplice
espressione di saluto, che non sembra corrispondere pienamente alle intenzioni del divino
messaggero e al contesto in cui l’incontro si svolge. Certo, chaire era anche una formula di saluto,
usata spesso dai Greci, ma le circostanze straordinarie in cui viene qui pronunciata esulano dal
clima di un incontro abituale. Non dobbiamo, infatti, dimenticare che l’angelo è consapevole di
recare un annuncio unico nella storia dell’umanità: un saluto semplice e usuale, pertanto, sarebbe
fuori luogo. Più confacente alla circostanza eccezionale sembra, invece, il riferimento all’originario
significato dell’espressione chaire, che è "rallegrati". Come hanno costantemente rilevato
soprattutto i Padri greci citando diversi oracoli profetici, l’invito alla gioia conviene particolarmente
all’annuncio della venuta del Messia.
2. Il pensiero va innanzitutto al profeta Sofonia. Con il suo oracolo il testo dell’Annunciazione
presenta un significativo parallelismo: "Gioisci, figlia di Sion, esulta, Israele, e rallegrati con tutto il
tuo cuore, figlia di Gerusalemme!..." (Sof 3,14). Vi è l’invito alla gioia: "Rallegrati con tutto il
cuore" (v. 14). Vi è l’accenno alla presenza del Signore: "Re d’Israele è il Signore in mezzo a te" (v.
15). Vi è l’esortazione a non aver paura: "Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia" (v. 16).
Vi è infine la promessa dell’intervento salvifico di Dio: "Il Signore tuo Dio in mezzo a te è un
salvatore potente" (v. 17). I riscontri sono tanto numerosi e puntuali da indurre a riconoscere in
Maria la nuova "figlia di Sion", che ha pieno motivo di rallegrarsi perché Dio ha deciso di realizzare
il suo piano di salvezza. Un analogo invito alla gioia, anche se in un contesto diverso, viene dalla
profezia di Gioele: "Non temere, terra, ma rallegrati e gioisci, poiché cose grandi ha fatto il
Signore... Voi riconoscerete che io sono in mezzo ad Israele..." (Gl 2,21.27).
3. Significativo è inoltre l’oracolo di Zaccaria, citato a proposito dell’ingresso di Gesù in
Gerusalemme (cf. Mt 21,5; Gv 12,15). In esso il motivo della gioia è visto nella venuta del re
messianico: "Esulta grandemente, figlia di Sion, giubila, figlia di Gerusalemme! Ecco, a te viene il
tuo re. Egli è giusto e vittorioso, umile... annunzierà la pace alle genti" (Zc 9,9-10). Infine, dalla
numerosa posterità, segno di benedizione divina, il libro di Isaia fa scaturire l’annuncio di gioia per
la nuova Sion: "Esulta, o sterile che non hai partorito, prorompi in grida di giubilo e di gioia, tu che
non hai provato i dolori, perché più numerosi sono i figli dell’abbandonata che i figli della maritata,
dice il Signore" (Is 54,1). I tre motivi dell’invito alla gioia: la presenza salvifica di Dio in mezzo al
suo popolo, la venuta del re messianico e la fecondità gratuita e sovrabbondante, trovano in Maria la
loro piena attuazione. Essi legittimano il significato pregnante, attribuito dalla tradizione al saluto
dell’angelo. Questi, invitandola a dare il suo assenso alla realizzazione della promessa messianica e
annunciandole l’altissima dignità di Madre del Signore, non poteva non esortarla a rallegrarsi.
Infatti, come ci ricorda il Concilio, "con lei, la eccelsa figlia di Sion, dopo la lunga attesa della
promessa, si compiono i tempi e si instaura la nuova Economia, quando il Figlio di Dio assunse da
Lei la natura umana, per liberare coi misteri della sua carne l’uomo dal peccato" (LG 55).
4. Il racconto dell’Annunciazione ci consente di riconoscere in Maria la nuova "figlia di Sion",
invitata da Dio a una grande gioia. Esprime il suo ruolo straordinario di madre del Messia, anzi, di
madre del Figlio di Dio. La Vergine accoglie il messaggio a nome del popolo di Davide, ma
possiamo dire che l’accoglie a nome dell’intera umanità, perché l’Antico Testamento estendeva a
tutte le nazioni il ruolo del Messia davidico (cf. Sal 2,8; 71[72],8). Nell’intenzione divina,
l’annuncio a lei rivolto mira alla salvezza universale. A conferma di tale prospettiva universale del
disegno divino, possiamo ricordare alcuni testi dell’Antico e del Nuovo Testamento che paragonano
la salvezza a un grande banchetto di tutti i popoli sul monte Sion (cf. Is 25,6s), e che annunciano il
convito finale del Regno di Dio (cf. Mt 22,1-10). Come "figlia di Sion", Maria è la Vergine
dell’alleanza che Dio stabilisce con l’intera umanità. È chiaro il ruolo rappresentativo di Maria in
tale evento. Ed è significativo che sia una donna a svolgere una tale funzione.
5. Come nuova "figlia di Sion", Maria è, infatti, particolarmente idonea ad entrare nell’alleanza
sponsale con Dio. Più e meglio di qualsiasi membro del Popolo eletto, ella può offrire al Signore un
vero cuore di Sposa. Con Maria, la "figlia di Sion" non è più semplicemente un soggetto collettivo,
ma una persona che rappresenta l’umanità e, al momento dell’Annunciazione, risponde alla
proposta dell’amore divino con il proprio amore sponsale. Ella accoglie, così, in modo tutto
particolare, la gioia preannunciata dagli oracoli profetici, una gioia che qui, nel compimento del
disegno divino, tocca il suo vertice.

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