sabato 16 gennaio 2016

Catechesi mariane di Giovanni Paolo II

7. "MARIA E IL VALORE DELLA DONNA"

Mercoledì 29 Novembre 1995

1. La dottrina mariana, ampiamente sviluppata nel nostro secolo sotto l’aspetto teologico e
spirituale, ha assunto recentemente nuova importanza sotto l’aspetto sociologico e pastorale, anche
per la miglior comprensione del ruolo della donna nella comunità cristiana e nella società, come
emerge da non pochi, significativi interventi del Magistero. Sono note le parole del messaggio che,
a conclusione del Concilio Vaticano II, l’8 dicembre 1965, i Padri indirizzarono alle donne di tutto
il mondo: "Viene l’ora, l’ora è venuta, in cui la vocazione della donna si svolge con pienezza, l’ora
in cui la donna acquista nella società un’influenza, un irradiamento, un potere finora mai registrato"
(Ench. Vat. 1, 307). Ho ribadito tali affermazioni, qualche anno più tardi, nell’Enciclica Mulieris
dignitatem: "La dignità della donna e la sua vocazione - oggetto costante della riflessione umana e
cristiana - hanno assunto un rilievo tutto particolare negli anni più recenti" (n. 1). Il ruolo e la
dignità della donna sono stati particolarmente rivendicati, in questo secolo, dal movimento
femminista, che ha inteso reagire, talora in forme vibrate, contro tutto ciò che, nel passato e nel
presente, ha ostacolato la valorizzazione e il pieno sviluppo della personalità femminile, nonché la
sua partecipazione alle molteplici manifestazioni della vita sociale e politica. Si tratta di istanze, in
gran parte legittime, che hanno contribuito ad una più equilibrata visione della questione femminile
nel mondo contemporaneo. Verso tali istanze la Chiesa, soprattutto in epoca recente, ha mostrato
singolare attenzione, incoraggiata anche dal fatto che la figura di Maria, se letta alla luce della sua
vicenda evangelica, costituisce una valida risposta al desiderio di emancipazione della donna: Maria
è l’unica persona umana che realizza in maniera eminente il progetto d’amore divino riguardo
all’umanità.
2. Tale progetto si manifesta già nell’Antico Testamento, con il racconto della creazione, che
presenta la prima coppia creata ad immagine di Dio stesso: "Dio creò l’uomo a sua immagine, a
immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò" (Gn 1,27). La donna, quindi, non meno
dell’uomo, porta in sé la somiglianza con Dio. Vale anche per lei, dal suo apparire sulla terra come
risultato dell’opera divina, l’apprezzamento: "Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto
buona" (Gn 1,31). Secondo tale prospettiva, la diversità fra l’uomo e la donna non implica
inferiorità di questa, né ineguaglianza, ma costituisce un elemento di novità che arricchisce il
disegno divino, manifestandosi come cosa "molto buona". Eppure l’intento divino va ben al di là di
quello che rivela il Libro della Genesi. In Maria, infatti, Dio ha fatto sorgere una personalità
femminile che supera di molto la condizione ordinaria della donna, così come emerge nella
creazione di Eva. L’eccellenza unica di Maria nel mondo della grazia e la sua perfezione sono frutti
della particolare benevolenza divina che vuole elevare tutti, uomini e donne, alla perfezione morale
ed alla santità proprie dei figli adottivi di Dio. Maria è la "benedetta fra tutte le donne"; tuttavia,
della sua sublime dignità nel piano divino partecipa, in qualche modo, ogni donna.
3. Il dono singolare fatto alla Madre del Signore non soltanto testimonia quello che potremmo
chiamare il rispetto di Dio per la donna, ma evidenzia, altresì, la considerazione profonda che vi è
nei disegni divini per il suo ruolo insostituibile nella storia dell’umanità. Le donne hanno bisogno di
scoprire questa stima divina per prendere sempre più coscienza della loro elevata dignità. La
situazione storica e sociale che ha provocato la reazione del femminismo era caratterizzata da una
mancanza di apprezzamento per il valore della donna, costretta spesso ad un ruolo di secondo piano
o addirittura marginale. Questo non le ha permesso di esprimere pienamente le ricchezze di
intelligenza e di saggezza che racchiude la femminilità. Nel corso della storia, infatti, le donne non
di rado hanno sofferto di scarsa considerazione per quanto concerne le loro capacità e, talora,
persino di disprezzo e di ingiusti pregiudizi. Si tratta di uno stato di cose che, nonostante
significative modifiche, permane purtroppo anche oggi in non poche Nazioni e in non pochi
ambienti del mondo.
4. La figura di Maria manifesta una tale stima di Dio per la donna da privare di fondamento
teoretico ogni forma di discriminazione. L’opera mirabile compiuta dal Creatore in Maria offre agli
uomini ed alle donne la possibilità di scoprire dimensioni prima non abbastanza percepite della loro
condizione. Guardando alla Madre del Signore, le donne potranno meglio comprendere la loro
dignità e la grandezza della loro missione. Ma anche gli uomini, alla luce della Vergine Madre,
potranno avere una visione più completa ed equilibrata della loro identità, della famiglia e della
società. L’attenta considerazione della figura di Maria, così come ce la presenta la Sacra Scrittura
letta nella fede dalla Chiesa, è ancora più necessaria di fronte alla svalutazione che, talora, ne è stata
fatta da alcune correnti femministe. La Vergine di Nazaret è stata presentata, in alcuni casi, come il
simbolo della personalità femminile racchiusa in un orizzonte domestico ristretto ed angusto. Maria,
al contrario, costituisce il modello del pieno sviluppo della vocazione della donna, avendo
esercitato, nonostante i limiti oggettivi posti dalla sua condizione sociale, un influsso immenso sul
destino dell’umanità e sulla trasformazione della società.
5. La dottrina mariana, inoltre, può mettere in luce i molteplici modi con cui la vita della grazia
promuove la bellezza spirituale della donna. Dinanzi al vergognoso sfruttamento di chi talvolta
rende la donna oggetto senza dignità, destinato alla soddisfazione di turpi passioni, Maria riafferma
il senso sublime della bellezza femminile, dono e riflesso della bellezza di Dio. E’ vero che la
perfezione della donna, così come si è realizzata appieno in Maria, può sembrare a prima vista un
caso eccezionale, senza possibilità d’imitazione, un modello troppo alto per essere imitato. Di fatto,
la santità unica di Colei che dal primo istante ha ricevuto il privilegio della concezione immacolata,
è stata considerata talvolta come segno di una distanza invalicabile. Ma, al contrario, l’eccelsa
santità di Maria, lungi dall’essere un freno sulla via della sequela del Signore, è destinata, nel
disegno divino, a incoraggiare tutti i cristiani ad aprirsi alla potenza santificatrice della grazia di
Dio, cui nulla è impossibile. In Maria, pertanto, tutti sono chiamati a una fiducia totale
nell’onnipotenza divina, che trasforma i cuori, guidandoli verso una disponibilità piena al suo
provvidenziale progetto d’amore.

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