sabato 26 dicembre 2015

Catechesi mariane di Giovanni Paolo II

3. " MARIA NELLA SACRA SCRITTURA E NELLA RIFLESSIONE TEOLOGICA"

Mercoledì, 8 novembre 1995

1. Nelle precedenti catechesi abbiamo visto come la dottrina della maternità di Maria dalla prima
formulazione, "la Madre di Gesù", sia poi passata a quella più completa ed esplicita di "Madre di
Dio", fino all’affermazione del suo coinvolgimento materno nella redenzione dell’umanità. Anche
per altri aspetti della dottrina mariana, sono stati necessari molti secoli per giungere alla definizioneesplicita di verità rivelate riguardanti Maria. Casi tipici di questo cammino di fede per scoprire
sempre più profondamente il ruolo di Maria nella storia della salvezza, sono i dogmi

dell’Immacolata Concezione e dell’Assunzione, proclamati, com’è noto, da due miei venerati
predecessori, rispettivamente dal Servo di Dio Pio IX nel 1854, e dal Servo di Dio Pio XII nel corso
del Giubileo dell’anno 1950. La Mariologia è un campo di ricerca teologica particolare: in essa
l’amore del popolo cristiano per Maria ha intuito non di rado con anticipo alcuni aspetti del mistero
della Vergine, richiamando su di essi l’attenzione dei teologi e dei pastori.
2. Dobbiamo riconoscere che, a prima vista, i Vangeli offrono una scarsa informazione sulla
persona e sulla vita di Maria. Avremmo certo desiderato al riguardo indicazioni più abbondanti, che
ci avrebbero permesso di conoscere meglio la Madre di Gesù. Aspettativa, questa, che resta
inappagata anche da parte degli altri scritti del Nuovo Testamento, dove manca uno sviluppo
dottrinale esplicito su Maria. Le stesse lettere di san Paolo, che ci offrono un pensiero ricco su
Cristo e sulla sua opera, si limitano a dire, in un passo molto significativo, che Dio ha mandato il
suo Figlio, "nato da donna" (Gal 4,4). Ben poco viene riferito sulla famiglia di Maria. Se
escludiamo i racconti dell’infanzia, nei Vangeli sinottici troviamo solo due affermazioni che gettano
qualche luce su Maria: una a proposito del tentativo dei "fratelli" o parenti che avrebbero voluto
ricondurre Gesù a Nazaret (cfr. Mc 3,21; Mt 12,48); l’altra, in risposta all’esclamazione di una
donna sulla beatitudine della Madre di Gesù (Lc 11,27). Tuttavia, Luca nel Vangelo dell’infanzia,
con gli episodi dell’Annunciazione, della Visitazione, della nascita di Gesù, della presentazione del
Bambino al tempio, e del suo ritrovamento tra i Dottori all’età di dodici anni, non solo fornisce
alcuni importanti dati, ma presenta una sorta di "protomariologia" di fondamentale interesse. I suoi
dati vengono completati indirettamente da Matteo nel racconto sull’annuncio a Giuseppe (1,18-25),
ma solo in relazione al concepimento verginale di Gesù. Il Vangelo di Giovanni, inoltre,
approfondisce il valore storico-salvifico del ruolo svolto dalla Madre di Gesù, quando registra la
presenza di lei all’inizio ed alla fine della vita pubblica. Particolarmente significativo è l’intervento
di Maria presso la Croce, dove riceve dal Figlio morente il compito di fare da madre del discepolo
amato e, in lui, di tutti i cristiani (cfr. Gv 2,1-12 e Gv 19,25-27). Gli Atti degli Apostoli, infine,
ricordano espressamente la Madre di Gesù fra le donne della prima comunità, in attesa della
Pentecoste (cfr. At 1,14). Nulla sappiamo, invece, in assenza di altre testimonianze
neotestamentarie e di sicure notizie provenienti da fonti storiche, della vita di Maria dopo l’evento
pentecostale, né della data e delle circostanze della sua morte. Possiamo solamente supporre che
abbia continuato ad abitare con l’Apostolo Giovanni e che sia stata molto vicina allo sviluppo della
prima comunità cristiana.
3. La scarsità dei dati sulla vicenda terrena di Maria è compensata dalla loro qualità e ricchezza
teologica, che l’esegesi attuale pone attentamente in rilievo. Del resto, dobbiamo ricordare che la
prospettiva degli evangelisti è totalmente cristologica e intende interessarsi della Madre solo in
relazione al lieto annuncio del Figlio. Come osserva già sant’Ambrogio, l’evangelista esponendo il
mistero dell’Incarnazione "credette bene di non cercare ulteriori testimonianze sulla verginità di
Maria, per non sembrare piuttosto il difensore della Vergine che il banditore del mistero" (Exp. in
Lucam, 2,6: PL 15,1555). Possiamo riconoscere in questo fatto un’intenzione speciale dello Spirito
Santo, il quale ha voluto suscitare nella Chiesa uno sforzo di ricerca che, conservando la centralità
del mistero di Cristo, non si disperdesse sui particolari dell’esistenza di Maria, ma mirasse a
scoprire soprattutto il suo ruolo nell’opera di salvezza, la sua santità personale e la sua missione
materna nella vita cristiana.
4. Lo Spirito Santo guida lo sforzo della Chiesa, impegnandola ad assumere gli stessi atteggiamenti
di Maria. Nel racconto della nascita di Gesù, Luca nota come sua madre serbasse tutte le cose
"meditandole nel suo cuore" (2,19), sforzandosi cioè di "mettere insieme" (symballousa) con uno
sguardo più profondo, tutti gli eventi di cui era stata testimone privilegiata. Analogamente, anche il
popolo di Dio è spinto dallo stesso Spirito a capire in profondità tutto ciò che è stato detto di Maria,
per progredire nell’intelligenza della sua missione, intimamente legata al mistero di Cristo. Emerge,
nello sviluppo della Mariologia, un ruolo particolare del popolo cristiano. Esso coopera, con
l’affermazione e la testimonianza della sua fede, al progresso della dottrina mariana, che
normalmente non è solo opera dei teologi, anche se il loro compito rimane indispensabile per
l’approfondimento e la chiara esposizione del dato di fede e della stessa esperienza cristiana. La
fede dei semplici è ammirata e lodata da Gesù, che vi riconosce una manifestazione meravigliosa
della benevolenza del Padre (cfr. Mt 11,25; Lc 10,21). Essa continua nel corso dei secoli a
proclamare le meraviglie della storia della salvezza, nascoste ai sapienti. Questa fede, in armonia
con la semplicità della Vergine, ha fatto progredire il riconoscimento della sua santità personale e
del valore trascendente della sua maternità. Il mistero di Maria impegna ogni cristiano, in
comunione con la Chiesa, a "meditare nel suo cuore" ciò che la rivelazione evangelica afferma della
Madre di Cristo. Nella logica del Magnificat, ciascuno sperimenterà su di sé, al seguito di Maria,
l’amore di Dio e scoprirà nelle meraviglie compiute dalla Santissima Trinità nella "Piena di grazia"
un segno della tenerezza di Dio per l’uomo.

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